Una volta ottenuto il riconoscimento, anche in via giudiziale, di un credito sorge il problema del suo effettivo incasso.
A parte i casi di debitori immediatamente solvibili per natura (ad es. banche o compagnie di assicurazione) o dotati di un patrimonio utilmente aggredibile (ad es. perché ricomprendente immobili non ipotecati o con un’iscrizione ipotecaria risalente), il più delle volte ci si confronta con soggetti titolari di un unico reddito da lavoro dipendente o da pensione.
Ebbene, il fato che il debitore percepisca soltanto un salario o una pensione non deve indurre il credi- tore a sottovalutare le possibilità di soddisfare le proprie ragioni né, quindi, deve scoraggiarlo dall’intraprendere un’azione esecutiva.
Quest’ultima consente, in breve tempo, di sottoporre a un vincolo di indisponibilità una quota (prede- terminata dalla legge) dello stipendio e della pensione. Tale quota sarà trattenuta dal datore di lavoro o dall’ente previdenziale fino al momento in cui il giudice ne disporrà il pagamento direttamente in favore del creditore.
Naturalmente, il tempo necessario all’incasso dell’intero credito dipende da diversi fatori (ammontare dello stipendio o della pensione, importo e natura del credito per cui si procede, quota dello stipendio o della pensione di cui è consentito il pignoramento) che possono essere conoscibili anche prima dell’avvio della procedura così da apprezzarne la convenienza soto ogni profilo.
Ogni creditore dovrebbe ripetere attentamente sul fatto che finché non deciderà di accertare e valutare la possibilità di procedere contro il suo debitore, starà perdendo altro tempo e altro denaro.
L’unico modo per non togliere senso e valore al tempo e al denaro già spesi per ottenere il riconosci- mento delle proprie ragioni è di non arrendersi proprio nel momento in cui si è ad un passo dal poterle finalmente realizzare.